La formula della bellezza
Il disegno di progetto tra eretico ed erratico
Abstract
Da qualche anno a questa parte annoto sulla lavagna con il gesso tre lettere, una maiuscola e due minuscole di cui una contrassegnata da un numero all’apice, legate da un segno di identità: E=mc2. Un’equazione che spiazza ritualmente i miei studenti, in quanto pensano che io faccia riferimento alla celebre formula della relatività ristretta teorizzata da Albert Einstein nel 1905, in cui “E” indica l’energia relativistica totale di un corpo, “m” la sua massa relativistica e “c” la costante velocità della luce nel vuoto.
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