Design: Territori condivisi

Abstract

Moda e arte sono due ambiti creativi che spesso si sovrappongono e si contaminano l’uno con l’altro, una linea sottile divide la sostanziale differenza che sta nel processo produttivo, in quanto l’arte è opera unica, originale e irripetibile e non è sottoposta a svolgere attività specifiche, invece la moda è un prodotto, un’arte da indossare con una forte componente artistica per soddisfare le esigenze delle persone. I due settori condividono lo stesso magico territorio della creatività dove la cultura si fonde con l’identità estetica. Una identità che pone le basi sulla fenomenologia delle pratiche progettuali, sulla società e sulle tradizioni territoriali. Questo connubio tra arte e moda possiamo trovarlo nel lavoro di Antonio Marras, i suoi abiti sono concepiti come delle opere d’arte, per Marras i due ambiti hanno uno stretto confronto dialettico, “si tratta di due realtà che si muovono più su percorsi convergenti che paralleli; si alimentano reciprocamente , traggono forza dai loro incontri-scontri su territori familiari, separati da una sottile linea di confine. […] gli abiti diventano tele, tavolozze di colori”. In effetti la sua è una narrazione che nasce dal dettaglio, dai segni e dall’innesto tra arte e fashion design, una continua ricerca sulle tradizioni, una fusione di mondi diversi e complementari che si mescolano tra di loro per raggiungere l’opera. La moda e l’arte hanno in comune l'atto creativo in quanto pensano e agiscono in modo originale per raccontare la vita e trovare nuove soluzioni che contribuiscono al benessere psico-fisico e portano il fruitore ad avere una sensazione di desiderabilità. C’è un territorio, una linea neutra, una linea senza spessore, permeabile, che consente il passaggio dei saperi acquisiti, una soglia che diventa un campo di ricerca dove si incontrano i diversi ambiti creativi. Una terra franca, che non appartiene né all’arte né alla moda, è il luogo della creazione è lo spazio della contaminazione continua, l’uno si è “imbrigliato” con l’altra parte, una mescolanza di linguaggi dove ogni artista/fashion designer gioca il proprio ruolo mettendo in atto le proprie conoscenze, le proprie tecniche espressive dove il tempo delle cose non è e non appartiene ad un sistema o ad una categoria ben precisa e ben delimitata, lo scopo è oltrepassare e far filtrare i saperi o prenderli in prestito per definire se un prodotto è moda o arte.

Riferimenti bibliografici

- Bernhard E. B. (2008). Design, storia, teoria e pratica del design del prodotto, Gangemi edizione, Roma.
- Dorfles G. (1972). Introduzione del disegno industriale. Linguaggio e storia della produ- zione di serie, Einaudi, Torino. - Follesa S. (2013). Design & Identità, FrancoAngeli, Milano.
- Furlanis G. (2018). La didattica del design Italia, Gangemi Editore, Roma.
- Poderni M., Cassese G. (2017). Builders Tomorrow, immaginare il futuro tra design e arte, Gangemi Editore, Roma.
- Lotti G. (2010). Territori e connessioni, Edizione ETS, Pisa.
- Maldonado T. (2001). Disegno Industriale un riesame, Feltrinelli Editore, Milano.
- Manzini E. (1990). Design come arte delle cose amabili, Op.Cit, n 78 maggio 1990.
- Mecacci A. (2012). Estetica e design, Il Mulino, Bologna.
- Nani S. (2019). Bauhaus: le icone del design democratico, Abitare, Milano, 8-03-2019.
- Wahrol A. (1983). La filosofia di Andy Wahrol, edizione Costa&Nola, Genova.
- Wingler H. M. (1987). Il Bauhaus, Feltrinelli Milano.
- Zorloni A. ( 2016). L’economia dell’arte contemporanea, FrancoAngeli, Milano.
Pubblicato
2022-12-31
Come citare
Armato, F. (2022). Design: Territori condivisi. AND Rivista Di Architetture, Città E Architetti, 42(2). Recuperato da https://and-architettura.it/index.php/and/article/view/599