Designing come transizione
Abstract
Il testo esplora come nella lingua italiana la parola “design” è definita come sinonimo di “Disegno industriale; Progettazione”; invece “disegno” descriva “la rappresentazione grafica di oggetti reali o immaginari, di persone, di luoghi, di figure geometriche fatta con o senza intenti artistici”. Nel momento in cui il vocabolario esplicita il significato della parola “design” come Disegno industriale, indicando nella seconda il vero significato generico di “Progetto” e nella parola “disegno” come espressione rappresentativa dell’atto di disegnare, l'espressione “Disegno-Design” identifica quell'estrema prossimità concettuale fra l'atto del disegnare e quello del progettare che convergono e si annullano in una piena unità di senso estetico e tecnico. Con il termine “Designing” si vuole quindi giocare con le parole in cui “design” e “disegno” diventano verbo sintetizzando in una parola sola come un ponte disciplinare tendente all’interpretazione linguistica inglese, ma con una accezione culturale più definita e ampia volendo sottolineare che nell’arte del comporre non esistono discipline, caratteri distintivi, appartenenze, ma soprattutto luoghi o scale di intervento diverse da essere definite singolarmente, come fa la lingua italiana con design: una sintesi culturale e metodologica estesa fra l’essere ed il fare. Il termine assume quindi una valenza culturale perché supera gli steccati disciplinari, unendo in un solo concetto l’arte, l’architettura e l’artigianato capaci di disegnare una forte appartenenza ed una ricchezza tipicamente italiana.
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